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Recensione: Qualcuno in cui fare il nido di John Wiswell (ARC)

giovedì 26 settembre 2024

Buongiorno booklovers, oggi sono qui per raccontarvi dell'ultimo ARC che ho finito di leggere, e che penso purtroppo rientri tra i peggiori libri letti quest'anno. Si tratta di "Qualcuno in cui fare un nido", di John Wiswell.





SCHEDA TECNICA:

Nome: Qualcuno in cui fare il nido

Autore: John Wiswell

Data: 20 novembre 2024

Genere: Fantasy; Romance, LGBTQ+, Horror

Editore: Ne/oN Libri


TRAMA:

Shesheshen è una mutaforma, che risiede felicemente come un grumo amorfo sul fondo di un maniero in rovina. Quando il suo letargo viene interrotto da cacciatori intenzionati a ucciderla, si costruisce un corpo con gli avanzi dei suoi pasti passati: una catena di metallo come spina dorsale, e una trappola per orsi in mezzo al petto. Ma i cacciatori hanno la meglio: ferita gravemente, Shesheshen viene trovata e curata da Homily, un’umana dal cuore tenero che la scambia per un suo simile. Homily è gentile e premurosa: la persona ideale in cui deporre le uova, assicurando ai futuri piccoli di Shesheshen nutrimento in abbondanza per la crescita. Peccato che Homily si trovi da quelle parti perché sta dando la caccia a un mostro mutaforma che ha maledetto la sua famiglia. Shesheshen, però, non ha maledetto proprio nessuno: perché la famiglia di Homily è convinta invece di sì?


RECENSIONE:

Shesheshen è una mutaforma che dimora nell'antro di una caverna e il cui letargo viene interrotto da un trio di cacciatori, decisi a uccidere una volta per tutte la viverna di Underlook (lei).

Sopravvissuta ma ferita gravemente dal rosmarino (uno dei suoi punti deboli), e non senza aver ucciso l'erede della famiglia più in vista della zona, i Wulfyre, Shesheshen viene recuperata da un'umana, Homily, che si prende cura di lei, scambiandola per una sua simile.

La mutaforma commette un grave errore, si fa intenerire da questa buffa umana, ritenendola la compagna perfetta in cui deporre le uova dei suoi piccoli (si, avete letto bene), che in stile Alien la divoreranno dall'interno (yuck).

Peccato che la signorina Homily di cognome faccia Wulfyre e che stia dando la caccia al mostro che ha ucciso il fratello, il mostro che ha gettato una maledizione sull'intera famiglia (anche se Shesheshen non lo ha fatto).

Paradossalmente, Shesheshen si unisce alla caccia di sé stessa, perorata dalla matriarca Wulfyre, la Baronessa e dalle figlie superstiti (Homily inclusa), l'arrogante Epigram e la tanto folle quanto giovane Ode.

...

Se vi state domandando se io sia sotto l'influsso di qualcosa dopo aver letto il breve riassunto che ho fatto della trama di "Qualcuno in cui fare il nido", mi dispiace deludervi (e deludermi), ma non sto scherzando.

Probabilmente questo è stato il più grande limite nella mia esperienza di lettura, ovvero l'essere un genere follemente diverso da quello a cui sono abituata, oltre a una tripla dose di splatter (leggetelo lontano dai pasti se siete deboli di stomaco), condito con personaggi complessi ma che cadono in uno stereotipo uno dopo l'altro (il mostro che ha un cuoricino tenero ma non si capisce perché, oltre allo splatter simil-Alien; l'umana maltratta e incompresa se non dal reietto; la famiglia ricca e arrogante che bistratta i diversi - compresa la loro figlia, e cacciatori inetti).

Il libro non è esente da intenzioni nobili, come mostrarci la prospettiva capovolta di qualsiasi romanzo fantasy (e lo ho apprezzato), nonché svolgere un'inquisizione sulla diversità e su come essa venga molto spesso repressa.

Purtroppo il mio mal di stomaco ha superato di gran lunga la tentata comprensione dei ragionamenti svolti e dei personaggi.


Non sono purtroppo in grado di aggiungere altro, se non che sono rimasta delusa da una lettura che sarebbe potuta essere un piccolo gioiellino.

...


Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.

Anais, di The Bookish Scorpio.




Consigliato dai: 16 anni

Rating: una stellina

Recensione | The Cartographers di Peng Shepherd (ARC)

lunedì 16 settembre 2024

Buongiorno booklovers, come state? Il nuovo ARC che ho terminato purtroppo non ha soddisfatto le mie aspettative. Si tratta di The Cartographers, di Peng Shepherd. Siete pronti a scoprire cosa non è andato per me?




SCHEDA TECNICA:

Nome: The Cartographers

Autore: Peng Shepherd

Data: 13 novembre 2024

Genere: Contemporary; Fantasy; Mystery

Editore: Ne/oN Libri


TRAMA:

La vita di Nell Young ruota da sempre intorno alle mappe. Suo padre, il dottor David Young, è stato uno dei cartografi più rispettati al mondo: almeno fino a quando non viene trovato morto – o assassinato? – nel suo ufficio all’interno della New York Public Library.

Lei e suo padre non parlavano da anni – da quando lui l’aveva licenziata dopo un’accesa discussione su una mappa stradale apparentemente senza valore: la stessa che Nell trova nascosta nella scrivania dell’uomo. Nell non può fare a meno di indagare, e con grande sorpresa scopre che la mappa in realtà è incredibilmente preziosa e molto rara. Unica, forse, perché ogni altra copia sembra essere stata distrutta da un misterioso collezionista. 

Nell si ritroverà quindi a intraprendere un viaggio pericoloso che la porterà a scoprire una cospirazione inimmaginabile, i segreti della sua famiglia e il vero potere delle mappe.


RECENSIONE:


La vita di Helen "Nell" Young ruota da sempre attorno alle mappe, nonostante il tragico passato che nascondono in relazione alla sua famiglia. Sono il pallino del suo amato padre, lo stimatissimo Dr. Daniel Young. 

Lo erano della madre, Tamara Jasper-Young, prima che morisse in un misterioso incendio quando l'adorata figlia aveva solo tre anni.

Helen è nata per essere una cartografa, o almeno lo pensava, prima che uno sciocco incidente spinse il padre a tagliare i ponti con lei e a farla licenziare veementemente quando ormai era a un passo dall'essere una Junior Researcher alla NYPL (New York Public Library).

Sono passati sette anni. Ora Daniel è morto in circostanze misteriose, e la stessa mappa causa dell'incidente è la chiave per risolvere un mistero lungo ormai oltre trent'anni.

Una mappa che sembra sciocca. Introvabile. A cui una società segreta dà la caccia.

Nell viene tirata all'interno del vortice di segreti che la sua famiglia nascondeva con cautela. Una storia che ha del fantastico, e del tragico. Sette giovani ricercatori, tra cui i defunti coniugi Young, uniti da una passione... diventata ossessione.

Trent'anni dopo, spetta ad alcuni di loro, insieme a Nell e al suo ex fidanzato Felix, la cui adorazione per lei non è mai svanita, dover far i conti col passato.

...

Mi sono approcciata a questo libro con tanto interesse. Le tematiche mi hanno colpita soprattutto nell'intro contenuto nel Libro dei Libri Ne/oN. Purtroppo, col sennò del poi il mio entusiasmo era fin troppo radicato.

Non ho critiche per lo stile e per la narrazione nel mio modo di intendere la lettura. Ho avuto in realtà solo l'impressione che sia stato tutto troppo "wafer-thin", a partire dai protagonisti. Mi hanno dato molto l'impressione di un gruppetto stile "The Secret History" di Donna Tartt. Senza il loro carisma.

Nell mi è stata indifferente, così come molti dei personaggi che ruotano attorno a lei. Ma non solo, non ho capito le motivazioni, che ho ritenuto alquanto sciocche. Non ci voglio pensare agli atteggiamenti ridicoli del Dr. Young tra tutti e di Felix, oltre del fatto che Nell sembra avere le fette di prosciutto sugli occhi per non capire che qualcosa non andava e che il padre la stava allontanando per terrore che le succedesse qualcosa.

Non parlo dei colpi di scena finali. Il primo lo aveva intuito a pagina 20 su 300 e passa, e non è bello. Il secondo a oltre la metà era diventato telefonato.

L'ambientazione è l'unica nota eccelsa del romanzo. L'ambito della cartografia ha assunto nuova luce ai miei occhi, ma non basta a raggiungere la sufficienza.

Peng Sheperd ha confezionato un'idea brillante in un prodotto che non ha raggiunto il mio gusto come avevo sperato. Sono tuttavia incuriosita dal suo romanzo, The Book Of M, e penso che gli darò una chance.


Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.


Consigliato dai: 16 anni

Rating: due stelline e mezzo


 


Recensione | The Stone Witch of Florence di Anna Rasche (ARC)

giovedì 5 settembre 2024

Buongiorno booklovers, come state? Oggi torno su questi schermi con l'ARC di The Stone Witch of Florence (La Strega delle Pietre), gentilmente concessomi da Ne/oN Libri. Siete pronti a sapere cosa ne penso?





SCHEDA TECNICA:

Nome: The Stone Witch of Florence

Autore: Anna Rasche

Data: 06 novembre 2024

Genere: Storico; Magical Realism; Mystery

Editore: Ne/oN Libri


TRAMA:

Grazie ai poteri nascosti delle pietre preziose, Ginevra è in grado di guarire i malati. Un dono che è anche una maledizione – condannata come strega, viene cacciata da Firenze. L’esilio di Ginevra dura da quasi dieci anni quando viene convocata di nuovo a Firenze. La peste nera sta devastando l’Italia, e gli stessi uomini che l’hanno cacciata la implorano di tornare. Ginevra acconsente, certa che, finalmente, le sue cure non ortodosse saranno accettate: c’è pur sempre un’epidemia in corso. Ma la missione che le viene affidata è, invece, molto diversa: dovrà usare la sua collezione di pietre per rintracciare un ladro che sta saccheggiando le chiese di Firenze alla ricerca di reliquie dal valore inestimabile – unica speranza di protezione per la città. Se dovesse riuscire in questa missione sarà finalmente riconosciuta come medica, e non sarà mai più accusata di stregoneria. O forse no.


RECENSIONE:

The Stone Witch of Florence è ambientato principalmente nella Firenze del 1348, una città piegata dall'arrivo della Black Death (Morte Nera, non quella di Star Wars), la peggiore epidemia nella Storia di peste bubbonica che ha causato tra il 1346 e il 1353 circa 50 milioni di morti in Europa.

L'epidemia porta molte persone a perdere il senno della ragione e a rifugiarsi nella continua penitenza o nella fede. Ed è così che in città un misterioso ladro inizia a trafugare reliquie di santi su reliquie, tanto che il vescovo Acciauoli si decide a richiamare dall'esilio un'eretica, Monna Ginevra da Genova, utilizzando come pretesto la lettera del suo passato amante Ludovico (nonché nipote del vescovo stesso).

La donna, cacciata otto anni prima in quanto bollata di stregoneria, è fin da giovane una ragazza molto precoce e capace nelle vecchie vie, le vie "pagane" precedenti alla Chiesa Cattolica, grazie all'apprendistato sotto Monna Vermilia, specializzata nella guarigione tramite erbe e pietre, esperta della natura e dell'energia vitale che scorre in essa.

Questa è stata la sua fortuna sia a Genova sia al convento di Sant'Elisabetta a Firenze prima del tragico incidente della malattia dell'acqua, dove la donna guarisce una moltitudine di persone, protetta da un amuleto magico. Questo è il secondo filone narrativo, che si svolge circa dal 1333 al 1340, raccontato sotto forma di flashback.

Scoperti i suoi metodi curativi, la Chiesa la manda quasi al rogo, decidendosi infine "solo" a mutilarla. Indesiderabile, viene richiamata solo perché facilmente sacrificabile e messa a stretto contatto con il nuovo Inquisitore Michele, un uomo molto nervoso e ingenuo (o almeno così sembra), per dare la caccia al ladro.

...

Probabilmente dalla sinossi mi sarei aspettata qualcosa di estremamente diverso, più fantasy che storico, mystery e realisticamente magico (Magical Realism). Mi sono sbagliata, ma devo dire che il romanzo è stato estremamente piacevole comunque.

La scrittura di Anna Rasche è godibile da leggere, nonostante molti momenti di gore, dovuti all'epidemia. Sconsiglierei di leggerlo pre-pasto se siete un po' nauseabili come me. La lettura mi ha portato via poco tempo poiché è stato molto coinvolgente, grazie anche all'ambientazione intrigante.


La Firenze pre-rinascimentale mi affascina soprattutto grazie alle mie radici italiane, tanto che ho lanciato un gridolino nel vedere un cameo di alcuni personaggi tratti dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, uno dei tre "grandi" del Trecento italiano (oltre al Sommo Dante e a Petrarca), ambientato proprio durante l'epidemia del 1348.

I personaggi in sé mi sono piaciuti meno dell'ambientazione e della trama molto mystery-storica (simil Aristotele Detective quasi).

Tra i personaggi spiccano le donne, vere forze della natura. Da Ginevra, una protagonista a metà tra le old ways e il cattolicesimo; Monna Vermilia, una donna antica, quasi sacerdotessa, fino a Lucia, amica di Ginevra guarita dalla peste dopo essere stata abbandonata morente dal marito.

Gli uomini, se non per Michele l'Inquisitore, risultano forse un po' troppo macchiettistici, una delle note dolenti del romanzo. La più grande è il fatto che sia stata una lettura indiscutibilmente godibile, ma che non mi ha fatto dire "WOW".

Leggerò sicuramente altro di Anna Rasche, rimpiango solo che con un pizzico di "smaradgus" in più sarebbe stato un libro coi fiocchi!

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Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.


Consigliato dai: 15 anni

Rating: tre stelline e mezzo



Recensione | A Letter To The Luminous Deep di Sylvie Cathrall (ARC)

mercoledì 7 agosto 2024

Buongiorno booklovers, come state? Oggi vi propongo la recensione di un ulteriore ARC, ovvero A Letter To The Luminous Deep, primo libro della dilogia "The Sunken Archive" di Sylvie Cathrall.


SCHEMA:

1. A Letter To The Luminous Deep

2. A Letter From The Lonesome Shore



SCHEDA TECNICA:

Nome: A Letter To The Luminous Deep

Autore: Sylvie Cathrall

Data: 16 ottobre 2024

Genere: Light Academia; Fantasy; Romance, LGBTQ+; Epistolare

Editore: Ne/oN Libri


TRAMA:

Un’intrigante scoperta appena fuori dalla finestra della sua casa sottomarina spinge la solitaria E. ad avviare una corrispondenza con il celebre Dotto Henerey Clel. Le lettere che i due si scambiano sono colme di passione, dapprima per i loro interessi comuni e poi, inevitabilmente, l’uno per l’altra.

Insieme, scoprono un mistero dalle insondate profondità, destinato a trasformare radicalmente il mondo subacqueo che entrambi amano e temono. Ma, non proprio per pura coincidenza, un maremoto distrugge casa di E., e lei e Henerey scompaiono.

Un anno dopo, Sophy, la sorella di E., e Vyerin, il fratello di Henerey, devono risolvere il mistero della sparizione dei fratelli analizzando la corrispondenza, gli schizzi e gli appunti che si sono lasciati alle spalle. Mentre scoprono l’amore meraviglioso che legava E. e Henerey, Sophy e Vyerin svelano l’enigma della loro scomparsa e ciò che questo potrebbe significare per la vita così come la conoscono.


RECENSIONE:

A Letter To The Luminous Deep è il romanzo d'esordio della scrittrice Sylvie Cathrall. Ci troviamo, con tutta probabilità, in un futuro lontano dove la civiltà umana si è spostata sott'acqua, a causa di un non-meglio precisato cataclisma (Immersione) che ha distrutto il mondo così come oggi lo conosciamo ("antepelagico" nel romanzo).

Sotto forma epistolare (ovvero di lettere scambiate tra personaggi), ci viene narrata una storia che comincia nell'anno 1002 (primo piano temporale) e che continua nel 1003 (secondo piano temporale).


Nel 1002 l'avvio della narrazione si ha quando la giovane E. Cidnosin inizia una fitta corrispondenza col dotto Henerey Clel, di cui è una grande fan, e che rappresenta la trama principale di quell'anno.

Nel 1003 la corrispondenza principale è tra Philosophy "Sophy" Cidnosin, sorella minore di E. e Vyerin Clel, fratello di Henerey. Da loro si scopre che un evento cataclismatico (un maremoto) ha distrutto Casa Abisso (residenza dei Cidnosin) l'anno prima, uccidendo E. e Henerey, i cui corpi non sono stati mai trovati.

Sophy, ritrovando le lettere di Clel gelosamente conservate da E., ne vuole parlare con Vyerin, il quale si offre di fare altrettanto, in un modo per parlare del dolore causato dalla dipartita dei rispettivi fratelli.

Tuttavia, nel fare così, Sophy e Vyerin si rendono conto di quanto sommerso ci sia nella storia tra i due. Una storia oscura, che coinvolge anche il lavoro di Sophy, che forse non è nemmeno finita e che potrebbe cambiare radicalmente il mondo in cui tutti i pelagici vivono.

...


Devo ammettere che questo romanzo è stato un sfida cataclismica da affrontare per il suo stile e la sua concezione, estremamente diversi da ciò che prediligo di solito. Una volta superati i primi capitoli, mi sono abituata a questa particolarità (che alla fine risulta un pregio) di lettere, da diversi piani temporali, narranti una storia unitaria.

L'ambientazione penso sia la più affascinante e creativa che abbia letto negli ultimi tempi: un mondo pelagico dove le persone vivono sott'acqua, con rigide distinzioni di zone (tipo l'Atollo, lo Sconfinato), ciascune con le proprie usanze, e dove tutto si basa sull'oceano. Ricco di bellezze e misteri che nessun "uomo delle Nuvole" (ovvero noi umani attuali) avrebbe potuto immaginare.


I personaggi spiccano per la loro particolarità: abbiamo la famiglia Cidnosin, di cui conosciamo Artistry "Arvist", fratello della protagonista E. - il cui nome non sarà svelato fino a circa metà libro - e Philosophy "Sophy", la sorella minore.

Tutti con nomi di "arti" per via della madre Amiele, i fratelli spiccano per personalità quasi opposte uno con l'altro e per le loro fragilità. E. stessa possiamo intuire abbia un disturbo della "Mente", come lei stessa ammette a Clel, che la porta a recludersi in casa, a soffrire di ansia sociale e ad avere allucinazioni.

Ho apprezzato molto che la Cathrall abbia messo un highlight su queste tematiche tanto importanti quanto sconosciute con vari personaggi, come anche dimostra un secondario chiamato Tevn, amico di Elinea Hayve Forghe, personaggio importante e collega di Sophy (all'inizio).


Per quanto riguarda i fratelli Clel, anche su di essi Sylvie Cathrall caratterizza estremamente bene il loro essere imperfetti (flawed). Probabilmente le lettere, per quanto siano un mezzo espressivo-comunicativo originale, non mi hanno dato quella totale tridimensionalità, dato che ho percepito un minimo distacco dai personaggi.

Un 10% di distacco, che tuttavia si è fatto sentire.


Lo definirei comunque un romanzo più "character based", dato che la trama serve anche a mostrarci i personaggi a tutto tondo. Molti risultano originali, anche se alcuni scadono - almeno all'inizio - nella banalità stereotipata, come Arvist (il fratello maggiore egocentrico) e il secondario Seliara (amica d'infanzia dei Cidnosin e in futuro membro anche della famiglia tramite matrimonio).

Il romanzo è molto diversificato con tanta rappresentazione di tutti i tipi - anche se mancano le descrizioni fisiche su quasi tutti i personaggi (tranne E. ed Eliniea tra i principali). Abbiamo una forte preponderanza di personaggi LBGTQ+, con tanto di più coppie sposate, una anche con i figli (quasi tutti sono LGBTQ+).


La trama, per quanto sia al servizio dei personaggi, in alcuni punti l'ho trovata estremamente telefonata, con il "mistero" maggiore che ho indovinato a pagina 30 su 300, legato ad alcune strane apparizioni di anomalie nei mari, legate anche alla spedizione sulla Dorsale, luogo dove è stato notato qualcosa, a cui è legata Sophy, Eliniea e anche Tevn. Belli gli intermezzi di reportage sulla storia naturale del mondo pelagico e anche degli stralci di poesie (Henerey ed E. sono molto legati alla letteratura, in particolare del personaggio di un secolo prima Darbeni, il cui giocherà un ruolo estremamente importante).

Primo di una dilogia, non vedo l'ora di poter vedere come continuerà, dato anche il finale "leggermente" I-L-L-E-G-A-L-E.

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Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.


Consigliato dai: 15 anni

Rating: quattro stelline



Recensione | La Ragazza Venuta da Occidente. Kokun - La Dea dei Profumi di Uehashi Nahoko (ARC)

venerdì 2 agosto 2024

Buongiorno booklovers, come state? Oggi vi recensisco un recente ARC gentilmente concessomi da Ne/oN libri, che ringrazio ancora. Si tratta del primo volume della serie nipponica Kokun - La Dea dei Profumi.


SCHEMA:

1. La Ragazza Venuta Da Occidente

2. TBA




SCHEDA TECNICA:

Nome: La Ragazza Venuta da Occidente

Autore: Uehashi Nahoko

Data: 18 settembre 2024

Genere: High (Cozy) Fantasy; Asian Folklore

Editore: Ne/oN Libri


TRAMA:

Aisha ha quindici anni e una condanna a morte sulla testa da parte del nuovo sovrano che ha spodestato suo nonno con un colpo di stato. Ma è anche dotata del potere di sentire la voce dei profumi delle piante. Proprio per questo prova un profondo senso di solitudine per la sua capacità di percepire un mondo che è incomprensibile agli altri. Il suo potere potrebbe risolvere la crisi alimentare che affligge la popolazione dell'Impero Umar, che sin dall'antichità prosperava grazie al miracoloso riso Oare, portato dalla dea Kōkun da una terra remota.

Orie è l'attuale Kō che dovrebbe essere la reincarnazione della prima Kōkun, ma il suo olfatto non è straordinario e deve fingere di essere dotata di un potere di cui non dispone. Aisha e Orie, unite, dovranno affrontare il mistero che si cela dietro le miracolose Oare per scongiurare una crisi irreversibile dell’ecosistema e dell’umanità.


RECENSIONE:

"La Ragazza Venuta da Occidente" è il primo volume della serie Kokun. La dea dei profumi, dell'autrice Uehashi Nahoko, proveniente dal Paese del Sol Levante.

La storia segue come protagonista principale Aisha Keruaan, quindicenne nipote del deposto re del Kantar D'Occidente. La ragazza, assieme al fratellino Mircha, è stata portata di fronte al nuovo sovrano del regno, che deve decidere sul loro fato.

Tuttavia, un evento sconvolge la routine. Aisha è dotata di un olfatto sovraumano, e sente che il sovrano sta per essere avvelenato. In modi criptici gli permette di essere soccorso.

Questo sconvolge uno degli ufficiali presenti, Mashu della casata Kashuga, legato a doppio filo (sia come storia personale sia in quanto si racconta delle origini divine della sua casata) a Dama Orie, incarnazione vigente della divinità principale del pantheon dell'Impero Umar, ossia Kokun, la dea dei profumi.

Mashu, legato da madre alla tribù ribelle dei Maki No Shi, riesce a tirare fuori i due ragazzini dalle grinfie dei nuovi regnanti. Il piccolo Mircha viene messo al sicuro, mentre Mashu ha altri piani per Aisha, conscio di un pericolo che minaccia le colture di riso Oare, pianta sacra portata da Oaremazura (dimora degli dei, un mix tra Shangri-La e il monte Olimpo), alla base della catena alimentare.

E ha così inizio il percorso che porterà Aisha in particolare in viaggio per l'Impero, in contatto con le trame subdole dei funzionari e verso la scoperta di quel segreto (AKA bacarozzi giganti) che ucciderebbe tutti.

Fianco a fianco con la stessa Orie, donna gentile quanto misteriosa, che nasconde quanto il suo olfatto sia infinitamente meno potente rispetto a quello di Aisha.

...

Il primo volume della serie Kokun è molto breve e ha una struttura narrativa abbastanza inusuale che a volte mi ha ricordato i tankobon (volumi dei manga), con sotto-capitoli in grandi sezioni (nell'ARC). Il sentore di letteratura orientale è molto presente sia nei temi trattati che nello stile (e ovviamente anche visibile nella traduzione, per quanto io non conosca il giapponese).

Il libro in sé è stato molto scorrevole, tanto che non appena l'ho preso in mano l'ho divorato. Non saprei esattamente in che genere incasellarlo: un cozy fantasy (?) con di base un simil Asian Folklore, che tratta tuttavia tematiche delicate e alquanto oscure.

La trama è lineare, piu character-based sulla loro crescita; mi ha ricordato molto quei Fantasy che stimolano il tema del viaggio e del cibo (tipo un Legends & Lattes).

In verità ho trovato il punto più debole nel romanzo nei personaggi: non posso dire che non sono sviluppati, ma non sono risultati veri e tangibili. Tridimensionali forse sì, ma non sono "usciti dalle pagine", e ad ora non credo assolutamente che mi risultino come persone reali, bensì figurine di un diorama. Belle, sviluppate ma non come persone reali.

Leggerò assolutamente il sequel. Mi è risultata una lettura leggera e sensoriale (ha stimolato olfatto e gusto), ma per ora il mio giudizio è sospeso al rating seguente.

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Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.


Consigliato dai: 14/15 anni

Rating: tre stelline e mezzo


Ana



Recensione | Sanctuary Of The Shadow di Aurora Ascher (ARC)

martedì 25 giugno 2024

Buongiorno booklovers, come state? Oggi recensione di un ARC gentilmente concesso da Ne/oN Libri, ovvero Sanctuary Of The Shadow di Aurora Ascher, un Romantasy che mi ha davvero delusa.





SCHEDA TECNICA:

Nome: Sanctuary Of The Shadow

Autore: Aurora Ascher

Data: 11 settembre 2024

Genere: Romantasy

Editore: Ne/oN Libri


TRAMA:

Per gli umani, il circo di Salizar è un luogo di mistero e meraviglia. Per Harrow, è un luogo dove nascondersi da coloro che hanno massacrato il suo intero clan. Un rifugio dove può camuffare sia le sue capacità che la sua vera identità. Finché non arriva lui. Lui che non ricorda chi – o addirittura cosa – sia. Raith è una misteriosa creatura alata che ha perso la memoria, ha il corpo nero come la notte (o come il vuoto), e l’iride dei suoi occhi è un cerchio di fiamme. Sa solo di essere un mostro. Ma Harrow si sente immediatamente e inspiegabilmente attratta e attirata da lui, e sa che l’unico modo per tenerlo al sicuro è abbandonare il circo e fuggire con lui grazie all’aiuto di Malaikah, la sua migliore amica. Per ogni segreto svelato, un’ombra del passato di Harrow si dissipa – esponendola a un nemico che non si fermerebbe davanti a nulla per ottenere la sua vendetta su di lei. Ma Raith non è quello che sembra – ed è ora che tutti capiscano che neanche Harrow lo è.


RECENSIONE:

Primo libro della serie "Elemental Emergence", SOTS è ambientato in un mondo diviso in cinque territori basati su altrettanti elementi (come Avatar: The Last Airbender, ma con l'elemento dell'Etere/Spirito). Sono anni di guerra, anni in cui le lotte intestine tra le Regine dei Territori hanno portato allo sterminio quasi totale degli Elementali, esseri Ibridi legati ai loro elementi, e con una vita molto più lunga degli umani.

Sono passati cinquant'anni dal genocidio delle Veggenti dell'Acqua, e ne rimane solo una. Harrow, la protagonista, che si finge umana dopo essere stata accolta nel Circo del noto Stregone Salizar.

Tutto cambia quando Salizar viene incaricato di recuperare e gestire una creatura trovata nel Territorio Meridionale, un uomo fatto d'ombra. Egli pensa che si tratti di un Wraith, letale assassino incorporeo, sicari della Regina del Fuoco, intrappolato in forma umana.

Quello di cui nessuno ha fatto conto è il forte legame che si instaura tra Raith e la stessa Harrow, cosa che capolvogerà i mondi, e che rischia di essere la distruzione per entrambi.

Ero consapevole dalla media su Goodreads che SOTS fosse un libro controverso (2.91 su 5), tuttavia le mie aspettative sono variate su certi aspetti.

La storia è coinvolgente e il ritmo è incalzante. 

I personaggi, seppur bidimensionali, sono semplici da apprezzare e da tifare. Abbiamo l'eroina intrepida ma ingenua, il colosso bellissimo che la ama (forse meglio che la fa godere), l'amica pazzerella, la regina cattiva. Sono stereotipati, ma possono piacere.

Ma è il resto che non funziona.

L'ambientazione è scarsa: a parte sapere che c'è una divisione in cinque territori, non so nulla di come sono fatti, perché esistono, dove ci troviamo, persino come si chiamano le città/regni. Posso andare solo a intuito e legare le caratteristiche ai vari elementi.

La storia, anche: ci sono buchi di trama veramente pesanti e mancanza di worldbuilding. Il ritmo incalza ma fin troppo: una storia del genere poteva essere raccontata in tre libri, invece di 300/400 pagine che de facto sono solo di insta-lust e drammi evitabili.

Un cenno a Raith, il protagonista maschile: un cuore di panna che ha tutte le caratteristiche fisiche di Azriel di ACOTAR e la stazza di Cassian o di uno degli alieni di Ice Planet Barbarians (if you know, you know). L'eroe perfetto di un semplice romantasy che tende a intrattenere e basta.

Purtroppo non posso ritenermi soddisfatta. Per me è una lettura godibile (e dunque da due stelle) ma molto mancante di contenuto, pathos e worldbuilding, e non posso promuoverla per questo, ma consigliarla solo per una lettura leggera.

...

Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.


Consigliato dai: 16 anni

Rating: due stelle


Anais

Recensione | Saltblood. Sangue Salmastro di Francesca De Tores (ARC)

martedì 18 giugno 2024

Buongiorno booklovers, come state? Oggi vi recensisco un ARC (Advanced Reader Copy - una bozza non corretta) gentilmente fornitami da Ne/oN Libri, imprint di Edizioni E/O,  di uno dei suoi primi titoli in uscita a settembre 2024, ovvero Saltblood. Sangue Salmastro, di Francesca De Tores.




SCHEDA TECNICA:

Nome: Saltblood

Autore: Francesca De Tores

Data: 04 settembre 2024

Genere: Historical Fiction; Women's Fiction, LGBT

Editore: Ne/oN Libri


TRAMA:

Plymouth, 1685. Un bambino di circa un anno, Mark Read, muore proprio mentre sta venendo alla luce la sua sorellastra Mary. Per continuare a percepire un reddito da parte della famiglia del padre del bambino, la madre dei due escogita uno stratagemma: farà passare la neonata Mary per Mark, allevandola come un maschio e facendole prendere il posto del primogenito. Cresciuta all’ombra del fratellastro morto e portandone il nome, Mary impara presto a mantenere il segreto rappresentato dal proprio corpo. 

Adolescente, viene impiegata a servizio di una donna benestante, ma quando nel 1701 l’Inghilterra entra in guerra contro Francia e Spagna, Mary vede in quel conflitto una via di fuga da una sorte che sente già segnata: si arruola quindi nella Royal Navy, che le permette di conoscere il mondo e di assaporare un briciolo di libertà. Dopo anni trascorsi nella marina e nell’esercito, Mary trova l’amore e decide di rivelare il proprio segreto e congedarsi dalle forze armate. 

Trasferitasi nelle Fiandre insieme al marito, Mary si accinge a diventare moglie e madre, ma la sua cognizione di sé e della propria vita cozzano contro ciò che la società si aspetta da una donna, e lei si sente soffocare. Sarà l’ineludibile richiamo del mare a sancire il suo destino, e a far sì che – dopo essere stata fanciulla, ragazzo, marinaio, soldato e moglie – Mary diventi chi forse è sempre stata: una pirata, parte della ciurma di Calico Jack Rackham e affiancata dalla temeraria Anne Bonny, di cui è amica e amante. Ispirato alla vera storia di Mary Read e Anne Bonny, Saltblood. Sangue salmastro è insieme una rigorosa ricostruzione storica e un romanzo d’avventura, una storia d’amore e un Bildungsroman che s’interroga sui limiti del corpo, del genere e di quello che siamo e osiamo immaginare di diventare.

RECENSIONE:

Saltblood è un cerchio sin dal suo prologo, dove la fine e l'inizio si fondono. Nella cupa Inghilterra del tardo XVII secolo nasce una bambina che deve essere un bambino.

La neonata Mary Read prende il posto del fratellastro Mark per questioni economiche, e ha così inizio la storia di una delle figure storiche più ricordate della cosiddetta "Golden Age Of Piracy" nella visione dell'autrice.

Ragazzo, ragazza, uomo e donna. Mary Read in Saltblood è una mutaforma, dal teatro fiammingo di guerra alle calde spiagge di Nassau. 

Soldato, marinaio, moglie, pirata.

Queste più di 300 pagine raccontano la vita di Mary in chiave romanzata, sviluppando ciò che attiene alle cronache ufficiali in una chiave universale, dalla sua nascita fino alla morte in carcere.

Quante volte ognuno di noi non si è sentito al suo posto?

Quanto ognuno di noi ha mai desiderato di cambiare sé stesso?

Mary è indissolubilmente Mark, ed egli è indissolubilmente Mary, come l'acqua di un fiume che entra a far parte del mare. Non c'è uno senza l'altro. Togliere uno è come annullare l'altro, che nel romanzo non accade mai. Rimane sempre in quiete, quel "doppelganger", pronto a fuoriuscire.

Dalla casa della signora Norton ai vascelli che cavalcano i flutti dell'oceano, Saltblood è anche un romanzo che parla di donne narrato da donne. E delle loro sfide.

Ma'. Anne. Mary.

Queste ultime sono le stelle cardinali del romanzo. Così diverse in quanto a nascita e storia eppure così simili. La naturalezza con cui viene descritto il loro rapporto è encomiabile, così come la delicatezza in cui John "Calico Jack" Rackham, amante di Anne, non viene relegato a mera macchietta antagonistica.

Questa delicatezza risulta anche in come la penna fluida di De Tores ha trattato tematiche fin troppo tenute all'oscuro come l'infertilità, l'aborto, il desiderio di diventare madre e il lutto vedovile.

Anne Bonny, forse leggermente una "manic pixie girl", spicca per il suo spirito libero, e devo dire che il finale che le viene riservato è coerente con la scrittura del personaggio. De Tores ha saputo tessere i personaggi anche dati i finali e la coerenza dei loro percorsi.

E non solo questo. De Tores è stata bravissima a tratteggiare anche molte figure maschili, di cui soprattutto Calico Jack Rackham e il soldato d'origine fiamminga Dan Jansenns hanno colpito il mio cuore.

Ho riscontrato tuttavia, a mio parere, un ritmo di narrativa troppo piatto. Un mare fin troppo calmo, poco dinamico, e che è andato troppo lento soprattutto all'inizio, dove ci ha messo una cinquantina di pagine minimo a ingranare. La lettura è risultata scorrevole ma alquanto statica. Avrei preferito molto tempo speso di più sul periodo fiammingo ma soprattuto sul periodo caraibico e di pirata.

In sé è stata una lettura fortemente godibile e interessante da molti punti di vista, ma che tuttavia necessitava di quel vento forte o di quei cavalloni  in più per poter prendere decisamente il volo come Crow, un corvo inusualmente compagno di vita di Mary più di tutti.

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Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.


Consigliato dai: 16 anni

Rating: quattro stelle


Anais

 
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